
Eco/Echo
A cura di Carla Buranello
Eco/Echo raccoglie le poesie scelte dall’autore a partire da "Senses of Responsibility" del 1979 fino agli ultimi testi usciti quest’anno negli Stati Uniti in "Topsy-Turvy".
Ma non è un’antologia con testo a fronte. È un libro bifronte: da una parte i testi in inglese, dall’altra, capovolto il volume, le traduzioni curate dai poeti italiani che hanno collaborato con Bernstein nel segno di una poesia sperimentale e d’invenzione. Il volume accoglie inoltre un saggio di Bernstein sui rapporti tra poesia americana contemporanea e poesia italiana.
Per Bernstein la eco/echo-poetica è pensare alla scrittura come forma di ascolto verso una “risonanza non lineare di un motivo che rimbalza su un altro. Ancora di più, è la sensazione di allusione in assenza di allusione. In altre parole, l’eco che sto cercando – è lo stesso Bernstein a dircelo – è uno spazio vuoto: l’ombra di una fonte assente”.
Charles Bernstein (New York, 1950) poeta e saggista statunitense. Fondatore e redattore con B. Andrews della rivista «L=A=N=G=U=A=G=E» (1978-81) e esponente di punta dei Language poets. Ha insegnato alla State University of New York a Buffalo e alla University of Pennsylvania, dove è professore emerito in inglese e letteratura comparata. È co-fondatore e co-curatore, assieme ad Al Filreis, di PennSound (writing.upenn.edu/pennsound) e curatore e co-fondatore, con Loss Pequeño Glazier, di The Electronic Poetry Center (writing.upenn.edu/epc). Tra i libri più recenti: Topsy-Turvy (2021), Near/Miss (2018), Pitch of Poetry (2016), Recalculating (2013), Attack of the Difficult Poems: Essays and Inventions (2011), All the Whiskey in Heaven: Selected Poems (2010).
Sotto la traccia, frecce

Milli Graffi (Milano 1940-2020). Negli anni settanta partecipa ai maggiori festival europei di poesia sonora; tra le composizioni pubblicate: Salnitro, Farfalla ronzar, Tralci. Considera la poesia come un appassionato corpo a corpo col senso che scaturisce dalla manipolazione del linguaggio. Pubblica Mille graffi e venti poesie, introduzione di Guido Guglielmi, geiger 1979; Fragili film, Milano 1987; L'amore meccanico, anterem 1994, embargo voice, Bibliopolis 2006. Come critico militante studi su Balestrini, Spatola, Porta, Niccolai, Sanguineti, Tom Raworth, Beltrametti, Castaldi, Rosmarie Waldrop, Barbara Guest. Di Lewis Carroll traduce Alice nel paese delle meraviglie, Attraverso lo specchio, Garzanti 1989, e La caccia allo Snualo, Studio Tesi, 1985. Ha pubblicato un romanzo breve, Centimetri due, edizioni d'if, 2004. Dal 1996 nel comitato direttivo della rivista "il verri".
Organsa
Vincitrice XXXVII edizione del Premio Nazionale Narrativa Bergamo!
Un romanzo su un piccolo paese della Bassa poco fuori Parma. Un romanzo sul dopoguerra, saldamente centrato fra gli anni Cinquanta e Sessanta, su un’Italia dove accanto alle spinte verso cambiamenti radicali sopravvivono sentimenti e gerarchie cupamente egocentriche e odiosamente oppressive. Sfruttatori e sfruttati convivono nella stessa famiglia e chi si sfianca di fatica guadagna una miseria pur essendo nella graduatoria della parentela figlia di quei genitori che sono gli sfruttatori. Lo sguardo che narra, e che impara via via a riconoscere e a misurare la qualità e la quantità delle emozioni e delle aspirazioni in gioco, è quello implacabile di una bambina fra i sei e i dodici anni che tutto annota e soprattutto controlla
filtrando e passando al vaglio le prepotenze e gli assurdi cedimenti, che misura l’esattezza di quello che vede con l’esattezza di una dizione cristallina. Una dizione che sa rendere cristallino anche un dialetto ostico come il parmense e dintorni. La bambina è nell’ordine la terza generazione. Un’innocente va a frugare le profondità di un’avidità forse secolare, la scrittura che si vuole mantenere limpida mentre segna a dito la serie delle malvagità crea attese non prevedibili, e il noir aleggia sul romanzo come un incredibile interrogativo. Grande conferma dell’autenticità della visione infantile è l’episodio decisamente allarmane e che resta insoluto dell’abito color zabaione appeso alla corda nel cortile.
Nata a Parma, Mariangela Mianiti vive fra Milano e Locarno. Ex pianista, giornalista, scrittrice. Ha vinto i premi giornalistici “Cronista dell’anno” nel 2003 e “Maria Grazia Cutuli nel 2005. Per DeriveApprodi ha pubblicato Una notte da entraineuse. Lavori, consumi e affetti narrati da una reporter infiltrata (2005) e La vita Viagra (2010). Nel 2011 è uscito per Sonzogno il suo primo romanzo Anche il caviale stanca, commedia sociale dalle singolari coincidenze con la serie televisiva Un’altra vita, trasmessa su Raiuno nel 2014. Attualmente scrive per il quotidiano il manifesto su cui tiene la rubrica Habemus Corpus.
il miglioramento della mitteleuropa, romanzo
Traduzione e cura di Nicola Cipani
«Il romanzo principale dell’avanguardia viennese del dopoguerra», «il romanzo di formazione della seconda metà del secolo», «sicuramente fra le due dozzine di libri più importanti in lingua tedesca dal 1945», «un monumentale panottico... una partitura di strategie, trappole, insinuazioni sovversive... un libro barbaro... dalla costruzione vertiginosa».
Canonizzato dalla critica, livre de chevet di scrittori di punta, modello permanente di opera ribelle e autonoma, il miglioramento della mitteleuropa, romanzo è un libro più celebrato che compreso. Uscito a partire dal 1965 sulla rivista "manuskripte" e poi in volume nel 1969, il miglioramento è rimasto finora sconosciuto al pubblico non germanofono per le difficoltà che presentava la sua traduzione.
Autore di questo testo provocatorio e complesso era un giovane che si definiva «studente di una nuova anarchia», impiegato alla Austro Olivetti come esperto di cibernetica e già enfant terrible della cerchia di poeti sperimentali nota come "gruppo di Vienna".
Nel suo “, romanzo” si avvicendano le scritture più diverse, dal montaggio al frammento filosofico, dal segmento narrativo al saggio, dalla pièce teatrale alla metafinzione scientifica, dalla scrittura automatica alla parodia di diario. Attraverso questa indeterminatezza espressiva Wiener cerca uno spiraglio di libertà mentre si interroga ostinatamente sui limiti della coscienza.
Partendo da una critica radicale al linguaggio e da un confronto con Wittgenstein, il romanzo alterna spericolati tentativi di volo (straniamento, decomposizione della realtà) alla polemica «contro un mondo per lo più compiuto, armonioso, unanime, come quello che ci viene sbattuto in faccia ad ogni istante», per concludere con una clamorosa prefigurazione dell'odierna realtà virtuale. Il testo è accompagnato da un saggio del traduttore e da un ricco commento.
Oswald Wiener nasce a Vienna nel 1935. Dal 1954 al 1959 si dedica alla poesia sperimentale (è il più giovane della cerchia di autori nota come “Wiener Gruppe”). Nel 1962 inizia la stesura del suo lavoro più celebre, il miglioramento della mitteleuropa, romanzo, che appare a puntate sulla rivista “manuskripte”. All’uscita dell’edizione in volume presso Rowohlt (1969), Wiener lascia l’Austria da “nemico dello stato”, trasferendosi prima a Berlino Ovest e successivamente (1986) in Canada. Dai primi anni ’70 ad oggi si interessa soprattutto di psicologia del pensiero, di intelligenza artificiale e di epistemologia. Nel 2013 torna a vivere in Austria.
Mangio alberi e altre poesie
Figure del tempo sospeso
Chiaroscuro
L'esplosione
con sei illustrazioni di Nanni Balestrini
Postfazioni di Paolo Fabbri, Cecilia Bello Minciacchi, Milli Graffi
Inutile cercare in "Esplosione" ogni traccia retorica di tropi. Balestrini ha i suoi modi di mettere la poesia sulla punta del numero e del ritmo, cioè di prendere nuove misure della lingua. […] Un’intersezione semantica interna che può creare un’esplosione di senso, generando nuovi sinonimi e nuovi antonimi rispetto ai testi di partenza. […] Il dispositivo poetico brilla, come si dice di una mina, con una liberazione d’energia brusca e violenta… (dalla postfazione di Paolo Fabbri)
Nanni Balestrini negli anni ’60 è stato tra gli animatori della stagione della neoavanguardia, ha fatto parte dei poeti “Novissimi” e del “Gruppo 63”. È stato parte attiva delle riviste “il verri”, “Quindici” e “Alfabeta”. È uscita in tre volumi da DeriveApprodi la sua opera omnia di poesia.
Il sistema retorico
la bambina

Ribbelle
Bestie sulla scena
Nei disegni che accompagnano le prose non è presente la pur minima scivolata disneiana o di qualunque animalismo caramelloso. Gli animali sono fastidiosi insetti o bestie pericolose come Il mulo malo.

Working
Postfazione di Rodolfo Zucco
Un tempestar di corpi morti in trincea
con tutti quei tedeschi addosso
è la notte del 43 e là fuori c’è la guerra
i cieli narrano la gloria
del firmamento proclamano l’opera delle sue mani
non è racconto non è linguaggio non è voce
che possa essere intesa
zang tumb tumb
slam boom bomb tatatata splash
warum warum frak
ratata rat ta ratara tarata
ssssst
in trincea sotto il filo spinato
il passato è un sistema retorico
difficile uscirne pensava la ragazza
dal buio della pagina
Michelangelo Coviello è nato ad Agropoli (SA) il 7 febbraio 1950, vive a Milano. Ha recentemente pubblicato: Cuore d'asfalto (romanzo, 2000), Deejay (romanzo, 2005), News (racconti, 2006), Casting (poesie, 2008), Inferno 28 (romanzo, 2009), Pape Satan (romanzo, 2011), Mailing (poesie, 2013), Streaming (prose, 2015), La primavera fa ridere i polli (prose, 2017).
Infanta scienza

La sposa vestita
«A pranzo avanzato ero stanco di fotografare il vestito della sposa, impenetrabile. L’ho fotografata di spalle, per puro caso, mentre teneva la mano sinistra, adorna della fede nuziale, appoggiata sulla tovaglia, inerte, misteriosa, al punto da pensare che potevo toccarla, o addirittura, portarla via. Fu in quel momento che vidi il corpo della sposa muoversi sotto il vestito. Se l’avessi detto a Vale avrebbe fatto una risata da fare voltare tutti. Effettivamente come si fa a dire che sotto il vestito la sposa era nuda?».
Angelo Lumelli vive alla Ramata tra le colline del basso Piemonte, ai confini con l'Oltrepò, di fronte all'Appennino. Ha pubblicato: Cosa bella cosa (1977), Trattatello incostante (1980), Bambina teoria (1990), Seelenboulevard (1999), Per non essere l’acqua che amo (2008), bianco è l’istante (2015), Verso Hölderlin e Trakl (2017). Sta lavorando a: Nota lunga (saggi), Mappa senza strade (poesia), La vecchiaia del bambino Matteo (romanzo), La doppia faccia della pasta sfoglia (storie di paesaggi, di animali e di persone).
Boomerang
L'inconfondibile voce di Tomaso Kemeny celebra qui un immaginario dove il sogno e il reale cessano di apparire in contraddizione. “Ghost poems” che apre il volume, dà voce a una ventina di poeti del ’900, fantasmi in azione, da Attilio Bertolucci a Amelia Rosselli. Nella parte seconda , “Voci”, il poeta riporta sulla pagina gesta e parole che custodiscono l'eterna lotta tra il potere e la rivolta contro le ingiustizie e le violenze del mondo. Dalle voci di Eschilo e Platone si giunge, tra le altre, alle parole di Albert Camus, Larung Ghar, Rosa Parks per sfociare nel sogno sublime di Martin Luther King in cui donne e uomini di tutte le civiltà ed etnie si sentono accomunati nei valori fondanti la fratellanza universale.
Tomaso Kemeny (Budapest 1938), vive a Milano, come anglista ha scritto libri, saggi e articoli sull’opera di Marlowe, Coleridge, Shelley, Lord Byron, Carroll, Dylan Thomas, Joyce e Pound. Ha pubblicato undici libri di poesia tra cui Il guanto del sicario (1976), Il libro dell’Angelo (1991), La Transilvania liberata (2005), Poemetto gastronomico e altri nutrimenti (2012), 107 incontri con la prosa e la poesia (2014). È tra i fondatori del movimento internazionale mitomodernista (1994) e del movimento “Poetry and Discovery” (2016) nonché della Casa della poesia di Milano (2006).
Bubuluz
«Cominciando dal tuo accenno a una forma di postmoderno, devo dirti che non so davvero. Mia sorella ha detto che sono un dadaista; un altro amico mi ha parlato dei Found Poems. In realtà, all’inizio c’è stato l’incontro con un paio di poesie che Toti Scialoja aveva ricavato dalla prosa di Leopardi e con gli Esercizi platonici di Pagliarani. Anni dopo (2003) ho lavorato su un poemetto di Volponi (Lettera 19): così mi è capitato di approfondire la storia di un modo di scrivere che Genette fa risalire a… Socrate! Vedi Versification, in Palimpsestes. Ma sono passati altri dieci anni prima che cominciassi a fare qualche tentativo mio, e quindi a montare alcuni dei miei “ritagli” in collages (niente di nuovo, anche questi). In ogni caso, non si tratta che di prendere alla lettera Zanzotto: Ma che cos’è la poesia se non un insieme di echi, di voci che restano nell’aria, o in noi? E noi, quasi senza accorgercene, le ripetiamo. Ma ripetendole con la nostra voce, in qualche maniera le cambiamo». (Rodolfo Zucco a Francesco Rognoni, aprile 2015)
Rodolfo Zucco è nato a Fonzaso il 23 maggio 1966; vive a Udine. Ha scritto i versi di Bubuluz (che è il suo primo libro) tra l’estate del 2013 e la primavera del 2015.
Direzioni
«A pagina 43 la breve sequenza di Comincia il libro espone le dure esperienze di un migrante con la scrittura La notte scrive / Risale il dorso // Si asciuga il sudore sul frontespizio // Prosegue con mano vuota / , e si conclude con un verso mirabile: Le lettere in viaggio nella carne. La difficoltà di assimilare una cultura diversa (le lettere non sono le stesse del paese d’origine) fa sì che il processo di integrazione sia un continuo viaggio che non finisce mai».
(dall’introduzione di Milli Graffi)
Alberto Mori (1962) poeta performer e artista, sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video ed alla fotografia, consultabile nell’archivio multimediale dell’ Associazione Careof /Organization For Contemporary Art di Milano. Tra le più recenti pubblicazioni: Bar (2006), Distribuzione (2008), Objects (2010) Performate (2011), Financial (2011), Piano (2012) Davanti Alla Mancante (2014), Esecuzioni (2013), Meteo Tempi (2014), Canti Digitali (2015), Quasi Partita (2016). Nel 2001 Iperpoesie e nel 2006 Utópos sono stati tradotti in Spagna.