Michelangelo Coviello
Grammatichetta creativa
2023, pp. 122


Prezzo di copertina: 14,00 €
Scontato web: 11,90 €

L'italiano non è mai stata la lingua degli italiani. Come l'Italia ha dovuto unirsi, combattere guerre per potersi evolvere e diventare indipendente. Nella frammentazione geopolitica ognuno ha parlato la lingua materna, compreso Dante. Ancora oggi possiamo riconoscere il luogo di origine dall'accento che fa capolino nel parlare. Sono stati i mass media a unificarci, a rendere unica la nostra lingua accenti compresi, mentre le decine di grammatiche scritte durante i secoli non hanno fatto altro che separarci. Cosa dire e come si dice è stato un problema soprattutto politico. Le classi sociali sono sempre state distinte dalla lingua. C'era chi si poteva permettere di saperle entrambe:  quella madre del dialetto e quella paterna dell'italiano. L’italiano, quello recentemente ottenuto, sta facendo del suo meglio per renderci uguali, abbatte classi e provenienza, ci promuove a cittadini che sanno leggere e scrivere, che sanno parlare una lingua unica dura e fragile come il vetro.

 

Il libro è diviso in due parti, la prima tratta della nascita e dello sviluppo della grammatica in relazione alla scrittura e quindi alla carta e in seguito alla stampa, fino all’avvento dei mass media. La seconda propone una serie di esercizi per incrementare le proprie capacità compositive e quelle creative.

 

Due parti di noi stessi cioè il nostro passato e la nostra vita che senza una storia da raccontare sarebbe muta.

 

Michelangelo Coviello, poeta, romanziere, studioso di retorica, ha recentemente pubblicato: Deejay (romanzo, 2005), Casting (poesie, 2008), Figure retoriche e pubblicità. Ricettario per art director e copywriter (saggi, 2009), Streaming, (racconti, 2015), La primavera fa ridere i polli (prose, 2016), Working (poesie, 2017), Il sistema retorico (2018).

 

 

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2023, pp. 122

L'italiano non è mai stata la lingua degli italiani. Come l'Italia ha dovuto unirsi, combattere guerre per potersi evolvere e diventare indipendente. Nella frammentazione geopolitica ognuno ha parlato la lingua materna, compreso Dante. Ancora oggi possiamo riconoscere il luogo di origine dall'accento che fa capolino nel parlare. Sono stati i mass media a unificarci, a rendere unica la nostra lingua accenti compresi, mentre le decine di grammatiche scritte durante i secoli non hanno fatto altro che separarci. Cosa dire e come si dice è stato un problema soprattutto politico. Le classi sociali sono sempre state distinte dalla lingua. C'era chi si poteva permettere di saperle entrambe:  quella madre del dialetto e quella paterna dell'italiano. L’italiano, quello recentemente ottenuto, sta facendo del suo meglio per renderci uguali, abbatte classi e provenienza, ci promuove a cittadini che sanno leggere e scrivere, che sanno parlare una lingua unica dura e fragile come il vetro.

 

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