Boomerang
L'inconfondibile voce di Tomaso Kemeny celebra qui un immaginario dove il sogno e il reale cessano di apparire in contraddizione. “Ghost poems” che apre il volume, dà voce a una ventina di poeti del ’900, fantasmi in azione, da Attilio Bertolucci a Amelia Rosselli. Nella parte seconda , “Voci”, il poeta riporta sulla pagina gesta e parole che custodiscono l'eterna lotta tra il potere e la rivolta contro le ingiustizie e le violenze del mondo. Dalle voci di Eschilo e Platone si giunge, tra le altre, alle parole di Albert Camus, Larung Ghar, Rosa Parks per sfociare nel sogno sublime di Martin Luther King in cui donne e uomini di tutte le civiltà ed etnie si sentono accomunati nei valori fondanti la fratellanza universale.
Tomaso Kemeny (Budapest 1938), vive a Milano, come anglista ha scritto libri, saggi e articoli sull’opera di Marlowe, Coleridge, Shelley, Lord Byron, Carroll, Dylan Thomas, Joyce e Pound. Ha pubblicato undici libri di poesia tra cui Il guanto del sicario (1976), Il libro dell’Angelo (1991), La Transilvania liberata (2005), Poemetto gastronomico e altri nutrimenti (2012), 107 incontri con la prosa e la poesia (2014). È tra i fondatori del movimento internazionale mitomodernista (1994) e del movimento “Poetry and Discovery” (2016) nonché della Casa della poesia di Milano (2006).
Bubuluz
«Cominciando dal tuo accenno a una forma di postmoderno, devo dirti che non so davvero. Mia sorella ha detto che sono un dadaista; un altro amico mi ha parlato dei Found Poems. In realtà, all’inizio c’è stato l’incontro con un paio di poesie che Toti Scialoja aveva ricavato dalla prosa di Leopardi e con gli Esercizi platonici di Pagliarani. Anni dopo (2003) ho lavorato su un poemetto di Volponi (Lettera 19): così mi è capitato di approfondire la storia di un modo di scrivere che Genette fa risalire a… Socrate! Vedi Versification, in Palimpsestes. Ma sono passati altri dieci anni prima che cominciassi a fare qualche tentativo mio, e quindi a montare alcuni dei miei “ritagli” in collages (niente di nuovo, anche questi). In ogni caso, non si tratta che di prendere alla lettera Zanzotto: Ma che cos’è la poesia se non un insieme di echi, di voci che restano nell’aria, o in noi? E noi, quasi senza accorgercene, le ripetiamo. Ma ripetendole con la nostra voce, in qualche maniera le cambiamo». (Rodolfo Zucco a Francesco Rognoni, aprile 2015)
Rodolfo Zucco è nato a Fonzaso il 23 maggio 1966; vive a Udine. Ha scritto i versi di Bubuluz (che è il suo primo libro) tra l’estate del 2013 e la primavera del 2015.
Direzioni
«A pagina 43 la breve sequenza di Comincia il libro espone le dure esperienze di un migrante con la scrittura La notte scrive / Risale il dorso // Si asciuga il sudore sul frontespizio // Prosegue con mano vuota / , e si conclude con un verso mirabile: Le lettere in viaggio nella carne. La difficoltà di assimilare una cultura diversa (le lettere non sono le stesse del paese d’origine) fa sì che il processo di integrazione sia un continuo viaggio che non finisce mai».
(dall’introduzione di Milli Graffi)
Alberto Mori (1962) poeta performer e artista, sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video ed alla fotografia, consultabile nell’archivio multimediale dell’ Associazione Careof /Organization For Contemporary Art di Milano. Tra le più recenti pubblicazioni: Bar (2006), Distribuzione (2008), Objects (2010) Performate (2011), Financial (2011), Piano (2012) Davanti Alla Mancante (2014), Esecuzioni (2013), Meteo Tempi (2014), Canti Digitali (2015), Quasi Partita (2016). Nel 2001 Iperpoesie e nel 2006 Utópos sono stati tradotti in Spagna.
Power Pose
Michele Zaffarano (1970). Traduttore dal francese. Wunderkammer (in Prosa in prosa, Le Lettere 2009). Cinque testi tra cui gli alberi (più uno) (Benway Series 2013). Paragrafi sull’armonia (ikonaLíber 2014). Todestrieb (Arcipelago 2015). La vita, la teoria e le buche (Oèdipus 2015). Fondatore del sito gammm.org. Redattore della rivista Nioques.
Primine
ESAURITO!
«La poesia di Alessandra Carnaroli si presenta come una scrittura del trauma. Ma non ha bisogno di ostenderne le stimmate: il trauma non è quello che ci mostra, bensì quello che è. Una parola che salta e si rannicchia in un angolo, una parola annegata, una parola dislessica». (dall’introduzione di Andrea Cortellessa)
Alessandra Carnaroli ha al suo attivo diverse pubblicazioni poetiche: Taglio intimo (Fara, 2001), Femminimondo (Polimata, 2011), la plaquette autoprodotta Animalier (2013), Sei Lucia (Isola, 2014), Elsamatta (Ikonaliber, 2015). Finalista al premio “A. Delfini” nel 2005 con la raccolta poetica Scartata e nel 2013 con Anna matta 467 membri e al premio “Elio Pagliarani” nel 2016 con Elsamatta, suoi testi sono inoltre inclusi nelle antologie 1° non singolo (sette poeti italiani), con una nota di A. Nove, (Oèdipus edizioni, 2006), Registro di poesia #5 (D’If, 2012), Bastarde senza gloria (Sartoria Utopia, 2013), Femminile Plurale (Vydia editore, 2014), S’agli occhi credi (Vydia editore, 2015). Insegna in una scuola dell'infanzia, vive con la sua famiglia. e un maiale.
La primavera fa ridere i polli
Poesie dalla prigione
2016, pp. 330
Mahvash Sabet è stata condannata a vent’anni per la sua appartenenza alla religione bahá’í, che da sempre è considerata dal regime iraniano “nemica dell'Islam”. Nei primi, durissimi mesi passati nella cella 209 del carcere di massima sicurezza di Evin, a nord ovest di Teheran, scrive e riesce a far pervenire all’esterno grazie ad alcuni intermediari le poesie contenute in questo libro che pubblichiamo con testo a fronte nella straordinaria grafia dell’originale farsi.
In parte la scrittura di Sabet «segue la scia dei mistici», come ci spiega la traduttrice Faezeh Mardani nel suo saggio critico, «ogni concetto assume connotati simbolici, le esperienze sono volutamente descritte in modo ambiguo e misterioso», talvolta invece «sceglie un linguaggio semplice e lineare, a tratti minimalista» tipico della ‘poesia nuova’ persiana.
Inventario di fine vita
2016, pp. 130
«Chissà perché mi è venuta voglia, una mattina di giugno che faceva già presagire un’estate molto calda, di dare alle fiamme un mucchio di fogli accantonati da molti anni, custoditi in una scatola di cartone azzurro ormai sbiadito dal tempo. [...] Non mi era estraneo, quel fascio di fogli. Erano lettere che io avevo inviato e altre che erano destinate a me. Un epistolario assolutamente privato. Per questo volevo eliminarlo. Già da tempo stavo stendendo l’inventario delle cose da portare via con me».
Inizia così Inventario di fine vita, primo racconto dei cinque raccolti in questo libro. Come nota Francesco Muzzioli nell’introduzione, «la scrittura» di Vilma Costantini « ‘gioca con il fuoco [...] malgrado l'apparente sc0rrevolezza e la notevole precisione, ha uno spessore non indifferente, tocca gangli molto sensibili».
Vilma Costantini, poetessa, giornalista, sinologa, ha pubblicato nella stessa collana delle edizioni del verri Un colloquio impossibile (2013) e La musica e il silenzio (2015).
107 incontri con la prosa e la poesia
2015, pp. 170
Streaming
2015, pp. 80
Un Coviello che ingorga il flusso di un suo narrare che spesso diventa implacabile con la testarda impossibile intenzione di arrivare al dunque.
bianco è l'istante
con introduzione di Nanni Cagnone, 2015, pp. 101
Angelo Lumelli vive alla Ramata, una località tra il Piemonte e la Lombardia dell'Oltrepò. Ha pubblicato le raccolte di poesia: Cosa bella cosa (1977), Trattatello incostante (1980), Bambina teoria (1980), Seelenboulevard (1999), Per non essere l’acqua che amo (2008); i romanzi: Un pieno di super (2005), La sposa vestita (2006). Ha tradotto Novalis, Peter Rosei, Friedrich Torberg. Ha in preparazione: Storie dell’inespresso (letture di Hölderlin e Trakl), Mappe senza strade (poesia), La vecchiaia del bambino Matteo (romanzo), La doppia faccia della pasta sfoglia (storie di paesaggi, di animali e di persone)
recensioni:
Millantanni
con introduzione di Giulia Niccolai, 2015, pp. 136
Per Antonella Doria la parola è salvezza. La parola è taumaturgica. La poetessa vive le parole con tutti i sensi contemporaneamente: sono interattive, senza punteggiatura, fluiscono, e lei ci nuota dentro, seguono un suo particolare ritmo interiore, e la deliziano, Antonella gioca con il corpo delle parole come se fossero di materia: transiti veloci, paranomasia, sinestesia, diacronia e sincronia, l’accostamento elencativo dei termini etc: mani mari di versi / attraversati si / toccano si fondono / confondono / sensitive sembianze / forme figure / fiumane in fuga (dall’introduzione di Giulia Niccolai)
Antonella Doria, siciliana, vive oggi fra Milano e la Liguria. Ha pubblicato: Altreacque (1998); medi terraneo (2005); Metro Pólis (2008). Partecipa a Parole in Gioco (2005). Ha curato: Poesia contro Guerra (2000, 2007 ampl.) con nota di Dario Fo; la sezione di Poesia della Mostra Internazionale d’Arte (2001) organizzata da LIBERA. Co-dirige la rivista di poesia “Il Segnale”. È stata redattrice di “InOltre”. Collabora con l’Ass. Casa della Poesia al Trotter di Milano.
La musica e il silenzio
2014
Il silenzio si stava trasformando in immobilità. Non riuscivo a calcolare i tempi del silenzio, se non attraverso l’oscura pesantezza che si depositava sugli oggetti, presagio della sera in arrivo. «Sei così taciturno!…», ho detto inaspettatamente, infrangendo i taciti divieti di parlare e insieme di voltarmi verso di lui. «Se non parlo, vuol dire che non ho problemi, che li ho tutti acquietati», ha risposto, accettando anche lui entrambe le infrazioni. Il sorriso impercettibile si spegneva nel blu scuro del suo sguardo. «Anch’io amo il silenzio, quanto la musica». «Io riempio di musica il silenzio».
Vilma Costantini, poetessa, giornalista, sinologa, ha compiuto studi di orientalistica presso l’Università La Sapienza di Roma. Ha svolto un’intensa attività di traduzione sia dal cinese classico che dal cinese moderno, con particolare attenzione alla poesia. Numerose traduzioni di poeti cinesi contemporanei sono state pubblicate su riviste come “Alfabeta”, “il verri”, “Ritmica”, ecc. Ha tradotto inoltre romanzi e poesie dal russo e dal polacco. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dal 1982, ha collaborato con i maggiori quotidiani, tra cui “La Repubblica”, dal 1985 al 1992.
Piano Argento
2014, pp. 93
Introduzione di Giampiero Neri.
Un saggio di Giulia Niccolai.
Traduzione in inglese di Anthony Robbins.
Angela Passarello, nata ad Agrigento, vive a Milano. È stata redattrice della rivista “Il Monte Analogo”. Ha collaborato con “La Mosca” di Milano. Ha pubblicato la raccolta di racconti Asina Pazza (Greco E Greco, Milano 1997), una raccolta di poesie La carne dell'Angelo (ed. Joker, Novi Ligure 2002), le prose poetiche Ananta delle voci bianche (Quaderni di Correnti, Crema 2008). È presente nelle antologie : Versi Diversi (edizioni Melusine, Milano 1998), Poeti per Milano (Viennepierre, Milano 1998), Rane e L'Uomo, Il Pesce e L'Elefante per I Quaderni di Correnti (Crema 2007). Scolpisce e dipinge Forme Viatiche.
I disobbedienti
con quattro opere di Luigi Serafini, 2013, pp. 75
Compaiono senza preavviso in vari angoli del pianeta misteriosi predicatori di una “ragionevole disobbedienza”. Si dichiarano, enigmaticamente, “amici di Mesione”. Qualcuno dà loro la caccia per finirli. È la “polizia delle idee”. Chi la manda? Riusciremo mai, dopo le cronache dei trionfi mesionici e le imprevedibili testimonianze dei seguaci dell’immaginario pensatore-profeta, a sciogliere questo groviglio di paradossi e ad approssimarci alla verità? Con Mesione, il fantastico reclama il suo posto nella grande avventura umana del comprendere. Accompagnano il racconto quattro opere di Luigi Serafini, l'autore del celebre Codex Seraphinianus e di tante altre visionarietà.
Un colloquio impossibile
2013, pp. 124
Certo, se gli avessi inviato anche la seconda lettera, nella quale lo mettevo in guardia dal pericolo contenuto nella prima, A. probabilmente si sarebbe subito tirato indietro e non mi avrebbe mai risposto. Ma non l’ho fatto. Volevo che il gioco, una volta messo in moto, proseguisse senza altri interventi, senza incontrare ostacoli. Sapevo che doveva succedere: la mia era una mossa consapevole, quando gli ho scritto che volevo aprirgli una prospettiva del tutto sconosciuta, indicandogli una sorta di passaggio segreto per raggiungere un diverso grado di conoscenza. Ma ora è cambiato tutto: al punto in cui siamo giunti, non ho più interesse ad andare avanti. Non perché il gioco mi sia venuto a noia, ma piuttosto per una manovra inaspettata da parte dell’altro giocatore.
Vilma Costantini, poetessa, giornalista, sinologa, ha compiuto studi di orientalistica presso l’Università La Sapienza di Roma. Ha svolto un’intensa attività di traduzione sia dal cinese classico che dal cinese moderno, con particolare attenzione alla poesia. Numerose traduzioni di poeti cinesi contemporanei sono state pubblicate su riviste come “Alfabeta”, “il verri”, “Ritmica”, ecc. Ha tradotto inoltre romanzi e poesie dal russo e dal polacco. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dal 1982, ha collaborato con i maggiori quotidiani, tra cui “La Repubblica”, dal 1985 al 1992.
Vita fortuna e detti di Mesione filosofo
con dieci disegni inediti di Luigi Serafini, 2012, pp. 75
“Di Mesione filosofo, che fu noto ai suoi contemporanei come Mesione “il Contento”, non si hanno notizie certe quanto al luogo e alla data di nascita. Cosa non infrequente per i sapienti antichi. Così avviene, ad esempio, allo stesso Diogene Laerzio, lo storico senza anagrafe delle Vite dei filosofi che, tra l'altro, ignora totalmente l'opera del nostro autore.” Dove si apprende che, col favore divino, anche un semplice giardiniere può farsi legislatore e filosofo, sposare regine, fondare città, domare guerre, conseguire felicità. Purché tenga nel dovuto conto la facoltà, che gli è propria, di produrre verità mediante l'errore. Accompagnano il racconto dieci disegni di architetture immaginarie di Luigi Serafini, l'autore del celebre Codex Seraphinianus e di tante altre visionarietà.
Giocare in casa
Il senso dello spazio e del movimento, 2012, pp. 145
Il tango del movimento Si è scelto di sviluppare un tema come quello del senso dello spazio e del movimento proprio attraverso questa formula letteraria: il diario, l’unica con cui è possibile registrare con immediatezza le esperienze quotidiane, che hanno assunto importanza all’interno di questo lavoro. Tale scelta, che si può per certi versi contestare, ha dato però i suoi frutti perché mi ha permesso di fare un continuo esercizio di riflessione libera e una ricerca di autenticità di scrittura e di pensiero che rimarrà la traccia più importante che l’università mi ha lasciato.