
Giacomo Tinelli
L'io di carta
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Autofiction, autobiografia, fascinazione/alienazione
del soggetto, vita menzognera dell’io.
Nella letteratura contemporanea si è osservata una
progressiva, crescente diffusione della narrazione in
prima persona. Ma per l’io è sostanzialmente impossibile
costruire una sincerità che sia anche verità; è impossibile
confessare e allo stesso tempo pretendere di essere
sincero. Più si proclama indipendente, più l’io ha la
necessità di creare simulacri immaginari della realtà cui
appoggiarsi, i quali tuttavia modifica a piacimento.
Per definire la questione dell’io e chiarirne il portato,
l’autore prende in considerazione alcune opere di due
grandi scrittori del presente: Walter Siti ed Emmanuel
Carrère. Entrambi gli autori si servono di una prima
persona caratterizzata da un atteggiamento psichico
perverso, spesso aderente e conformista rispetto
all’ideologia contemporanea.
In questi casi prende consistenza la distanza tra
autofiction e autobiografia: se la prima espone le
finzioni che l’io produce, la seconda tenta al contrario
di ridurle al minimo.
Giacomo Tinelli si occupa della rappresentazione del sé nella
cultura contemporanea, in particolare nella letteratura. Sul tema
ha scritto in diverse riviste come “Between” e “il verri”. Ha
pubblicato articoli e saggi sull’opera di Pasolini e Giorgio Falco
tra cui il recente La Gemella H: ideologia e materialismo nel
romanzo familiare, in “Non poteva staccarsene senza lacerarsi”.
Per una genealogia del romanzo familiare italiano, a cura di
F. Gobbo, I. Muoio, G. Scarfone, Pisa University Press, Pisa 2020.
Ora scrive su Alias e Il manifesto.