Introduzione di Paolo Barbieri Maddalena Capalbi, una romana de Roma che vive a Milano e che solo nel linguaggio delle prima infanzia riesce a scavare dentro ai suoi pensieri più segreti, dove gli accidenti, le ansie, le gioie e le passioni trovano una forma che poggia su qualche particolare antica certezza. Nel sue poesie dispone gli schieramenti, le mosse e le contromosse di un linguaggio che si dà come lotta continua e indefessa, battaglia che trova la sua conclusione nell’aver ottenuto il modo di dire qualcosa. Un dialetto che Capalbi ostenta con passione ma anche con grande discrezione come fosse un prezioso oggetto di artigianato o un misterioso antico strumento a corde che è diventato indispensabile recuperare. Mirabili le traduzioni in romanesco di alcune parti della Divina Commedia! La stillettata Da li vetri de la cammera ’na luce come ’na stillettata svìcola e ariva drento ar petto, dar bucio s’ariccoje quelo che nun hai ariccontato mai. Nata a Roma, dal1973 vive a Milano. La sua opera prima è stata Fluttuazioni (2005), è seguita Olio (2007), nel 2008 Sapevo e Il giardino di carta, nel 2009 Arivojo tutto, poesie in dialetto romanesco, nel 2011 Nessuno sa quando il lupo sbrana e Testa rasata. Ha collaborato con Giuliano Turone responsabile del sito Dante Poliglotta, traducendo in dialetto romanesco alcune terzine tratte dal I, V e XXVI canto dell’Inferno, dal XXX del Purgatorio e dal XXXIII del Paradiso che pubblichiamo qui. È redattrice della rivista culturale “Qui libri”. Dal 2005 coordina il Laboratorio di Poesia presso la II Casa di Reclusione di Bollate curandone ogni anno le antologie poetiche. Nel 2015 il comune di Milano l’ha insignita dell’Ambrogino d’Oro. Introduzione di Paolo Barbieri Maddalena Capalbi, una romana de Roma che vive a Milano e che solo nel linguaggio delle prima infanzia riesce a scavare dentro ai suoi pensieri più segreti, dove gli accidenti, le ansie, le gioie e le passioni trovano una forma che poggia su qualche particolare antica certezza. Nel sue poesie dispone gli schieramenti, le mosse e le contromosse di un linguaggio che si dà come lotta continua e indefessa, battaglia che trova la sua conclusione nell’aver ottenuto il modo di dire qualcosa. Un dialetto che Capalbi ostenta con passione ma anche con grande discrezione come fosse un prezioso oggetto di artigianato o un misterioso antico strumento a corde che è diventato indispensabile recuperare. Mirabili le traduzioni in romanesco di alcune parti della Divina Commedia! La stillettata Da li vetri de la cammera ’na luce come ’na stillettata svìcola e ariva drento ar petto, dar bucio s’ariccoje quelo che nun hai ariccontato mai. Nata a Roma, dal1973 vive a Milano. La sua opera prima è stata Fluttuazioni (2005), è seguita Olio (2007), nel 2008 Sapevo e Il giardino di carta, nel 2009 Arivojo tutto, poesie in dialetto romanesco, nel 2011 Nessuno sa quando il lupo sbrana e Testa rasata. Ha collaborato con Giuliano Turone responsabile del sito Dante Poliglotta, traducendo in dialetto romanesco alcune terzine tratte dal I, V e XXVI canto dell’Inferno, dal XXX del Purgatorio e dal XXXIII del Paradiso che pubblichiamo qui. È redattrice della rivista culturale “Qui libri”. Dal 2005 coordina il Laboratorio di Poesia presso la II Casa di Reclusione di Bollate curandone ogni anno le antologie poetiche. Nel 2015 il comune di Milano l’ha insignita dell’Ambrogino d’Oro. Introduzione di Paolo Barbieri Maddalena Capalbi, una romana de Roma che vive a Milano e che solo nel linguaggio delle prima infanzia riesce a scavare dentro ai suoi pensieri più segreti, dove gli accidenti, le ansie, le gioie e le passioni trovano una forma che poggia su qualche particolare antica certezza. Nel sue poesie dispone gli schieramenti, le mosse e le contromosse di un linguaggio che si dà come lotta continua e indefessa, battaglia che trova la sua conclusione nell’aver ottenuto il modo di dire qualcosa. Un dialetto che Capalbi ostenta con passione ma anche con grande discrezione come fosse un prezioso oggetto di artigianato o un misterioso antico strumento a corde che è diventato indispensabile recuperare. Mirabili le traduzioni in romanesco di alcune parti della Divina Commedia! La stillettata Da li vetri de la cammera ’na luce come ’na stillettata svìcola e ariva drento ar petto, dar bucio s’ariccoje quelo che nun hai ariccontato mai. Nata a Roma, dal1973 vive a Milano. La sua opera prima è stata Fluttuazioni (2005), è seguita Olio (2007), nel 2008 Sapevo e Il giardino di carta, nel 2009 Arivojo tutto, poesie in dialetto romanesco, nel 2011 Nessuno sa quando il lupo sbrana e Testa rasata. Ha collaborato con Giuliano Turone responsabile del sito Dante Poliglotta, traducendo in dialetto romanesco alcune terzine tratte dal I, V e XXVI canto dell’Inferno, dal XXX del Purgatorio e dal XXXIII del Paradiso che pubblichiamo qui. È redattrice della rivista culturale “Qui libri”. Dal 2005 coordina il Laboratorio di Poesia presso la II Casa di Reclusione di Bollate curandone ogni anno le antologie poetiche. Nel 2015 il comune di Milano l’ha insignita dell’Ambrogino d’Oro. Introduzione di Paolo Barbieri Maddalena Capalbi, una romana de Roma che vive a Milano e che solo nel linguaggio delle prima infanzia riesce a scavare dentro ai suoi pensieri più segreti, dove gli accidenti, le ansie, le gioie e le passioni trovano una forma che poggia su qualche particolare antica certezza. Nel sue poesie dispone gli schieramenti, le mosse e le contromosse di un linguaggio che si dà come lotta continua e indefessa, battaglia che trova la sua conclusione nell’aver ottenuto il modo di dire qualcosa. Un dialetto che Capalbi ostenta con passione ma anche con grande discrezione come fosse un prezioso oggetto di artigianato o un misterioso antico strumento a corde che è diventato indispensabile recuperare. Mirabili le traduzioni in romanesco di alcune parti della Divina Commedia! La stillettata Da li vetri de la cammera ’na luce come ’na stillettata svìcola e ariva drento ar petto, dar bucio s’ariccoje quelo che nun hai ariccontato mai. Nata a Roma, dal1973 vive a Milano. La sua opera prima è stata Fluttuazioni (2005), è seguita Olio (2007), nel 2008 Sapevo e Il giardino di carta, nel 2009 Arivojo tutto, poesie in dialetto romanesco, nel 2011 Nessuno sa quando il lupo sbrana e Testa rasata. Ha collaborato con Giuliano Turone responsabile del sito Dante Poliglotta, traducendo in dialetto romanesco alcune terzine tratte dal I, V e XXVI canto dell’Inferno, dal XXX del Purgatorio e dal XXXIII del Paradiso che pubblichiamo qui. È redattrice della rivista culturale “Qui libri”. Dal 2005 coordina il Laboratorio di Poesia presso la II Casa di Reclusione di Bollate curandone ogni anno le antologie poetiche. Nel 2015 il comune di Milano l’ha insignita dell’Ambrogino d’Oro.
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