C’è sempre nella fotografia una occulta aspirazione allo storytelling, come se ogni scatto fosse l’interruzione di un narrato. Nel libro di Giacomo Devecchi la fotografia è usata come strumento di indagine su un tema essenziale che ci riguarda tutti da vicino, il tema dello spirito o dell’anima o della psiche, comunque lo si voglia chiamare. È proprio quel SUB sovrapposto alla copertina che allude e ci indica il subconscio. La fotografia è usata come punta di scalpello per stanare tracce minimali, o massimali oppure segni e allusioni dell’inconscio. Un libro di fotografie che sono come innumerevoli incipit di racconti che ci coinvolgono in un labirinto di intuizioni e di interrogativi. Storie da dipanare con attenzione o da lasciare agire dentro l’inaspettata acquisizione di un nuovo tipo di configurazione.
Giacomo Devecchi, nato a Milano nel 1974, è fotografo e direttore della fotografia di film e di documentari. È docente di cinematografia al Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive di Locarno e alla Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano.