Grammatichetta creativa
2023, pp. 122
Il libro è diviso in due parti, la prima tratta della nascita e dello sviluppo della grammatica in relazione alla scrittura e quindi alla carta e in seguito alla stampa, fino all’avvento dei mass media. La seconda propone una serie di esercizi per incrementare le proprie capacità compositive e quelle creative. Due parti di noi stessi cioè il nostro passato e la nostra vita che senza una storia da raccontare sarebbe muta.
Il rovescio di un minuto
2023, pp. 266
Obliqui tagli nel continuum, intersezioni o inversioni di piani ottici e blocchi temporali, dilatazioni/contrazioni (del significare, diegetico oppure ritmico), smontaggi e rimontaggi nella filigrana del discorso, dissezioni, interferenze, concreti onirismi. Da Zavattini a Zanzotto (e attraverso un caleidoscopio di sguardi fra cui quelli di Fenoglio, Landolfi, Malerba, Bene, i novissimi), questo libro prova a stringere il vario focus d’un possibile (chimerico e più vero) cinema verbale.
Tomás Maldonado intellettuale politecnico
2020, pp. 80
Tomás Maldonado è molto più che solamente un filosofo della tecnica o un critico della tecnologia. Il suo discorso attraversa il dibattito semiotico e la riflessione culturologica a partire dal contenzioso con Umberto Eco. Affronta la questione ambientale e la teoria della rappresentazione, focalizza l’attenzione sul corpo protetico e tecnologico.
Le poesie
2020, pp. 150
Ecco un’altra delle meravigliose figure capovolte e ricapovolte e riaperte e richiuse e spostate e sigillate e rivelate e nascoste di Angelo Lumelli. Le poesie, la raccolta di tutte le poesie che ogni poeta che si rispetti finalmente dà alle stampe come canonico atto finale di onorata carriera, Lumelli ce lo concede aggiungendo due importanti variazioni al canone: — le dispone a ritroso, cominciando dai più recenti libri di poesia; — sottopone tutte le poesie singolarmente e globalmente a una generosa generante e rigenerante riscrittura
SUB
C’è sempre nella fotografia una occulta aspirazione allo storytelling, come se ogni scatto fosse l’interruzione di un narrato. Nel libro di Giacomo Devecchi la fotografia è usata come strumento di indagine su un tema essenziale che ci riguarda tutti da vicino, il tema dello spirito o dell’anima o della psiche, comunque lo si voglia chiamare. È proprio quel SUB sovrapposto alla copertina che allude e ci indica il subconscio. La fotografia è usata come punta di scalpello per stanare tracce minimali, o massimali oppure segni e allusioni dell’inconscio.