Grammatichetta creativa
2023, pp. 122
L'italiano non è mai stata la lingua degli italiani. Come l'Italia ha dovuto unirsi, combattere guerre per potersi evolvere e diventare indipendente. Nella frammentazione geopolitica ognuno ha parlato la lingua materna, compreso Dante. Ancora oggi possiamo riconoscere il luogo di origine dall'accento che fa capolino nel parlare. Sono stati i mass media a unificarci, a rendere unica la nostra lingua accenti compresi, mentre le decine di grammatiche scritte durante i secoli non hanno fatto altro che separarci. Cosa dire e come si dice è stato un problema soprattutto politico. Le classi sociali sono sempre state distinte dalla lingua. C'era chi si poteva permettere di saperle entrambe: quella madre del dialetto e quella paterna dell'italiano. L’italiano, quello recentemente ottenuto, sta facendo del suo meglio per renderci uguali, abbatte classi e provenienza, ci promuove a cittadini che sanno leggere e scrivere, che sanno parlare una lingua unica dura e fragile come il vetro.
Il libro è diviso in due parti, la prima tratta della nascita e dello sviluppo della grammatica in relazione alla scrittura e quindi alla carta e in seguito alla stampa, fino all’avvento dei mass media. La seconda propone una serie di esercizi per incrementare le proprie capacità compositive e quelle creative.
Due parti di noi stessi cioè il nostro passato e la nostra vita che senza una storia da raccontare sarebbe muta.
Michelangelo Coviello, poeta, romanziere, studioso di retorica, ha recentemente pubblicato: Deejay (romanzo, 2005), Casting (poesie, 2008), Figure retoriche e pubblicità. Ricettario per art director e copywriter (saggi, 2009), Streaming, (racconti, 2015), La primavera fa ridere i polli (prose, 2016), Working (poesie, 2017), Il sistema retorico (2018).
Fabula grande
con lo scrivere, è la scrittura di Monica Palma.
Nei poemi che compongono Fabula grande la sua
scrittura la spia, si installa, occupa le stanze della
casa, le lancette del tempo, esce, incontra e depone
gli agguati della parola, si prende tutto quello che
non si trasforma, si fa occhio. Si fa.
A volte cade nel piatto, a volte non cade mai. A volte,
mai e sempre fa un secondo giro, sbottona un
crocevia, e lì si può piantare un suono con la punta o
infilare un chiodo di dire non dire. Pratica raramente
il non dire, ma se le si dice che dice, non si spaventa.
Magari si impaurisce.
Quando la scrittura vuole prendere aria, quando ha
fame geografica di mobilità del suono, quando vuole
scordarsi di essere stata, ad un certo punto, scritta,
allora eccola lì, Madame Bistrowsky in Uma Kleine
Operette mentre con gli avventori musicisti Analoghi
(Giorgio Signoretti, Massimo Menotti, Enea Negri,
Davide Negrini, Daniele Goldoni) raccoglie la fabula
nel canto e la spartisce con chi sa ascoltarla.
e inizio '90 si muove fra Italia, Francia, Germania e West Africa nel
teatro di ricerca. Dal 1994, interrotto il nomadismo, vive a Mantova
e agisce la sua scrittura, intrecciandola a quella di donne visionarie,
in linee di azione performativa: Fuoco di fuoco a causa di
Margherita Porete, Seconda, la Speranza a causa di Hadewijch
di Anversa, Minne nome d'Amore a causa di Mechthild von
Magdeburg. Ha pubblicato le raccolte poetiche Con la mia sete
(2008), Frankenstein e dintorni (2011), Lady Enne Enne (2013),
Senza fini di logos (2015), Infanta scienza (2017). Concerti poetici
con i musicisti di Monte Analogo: Lady Enne Enne Opera Analoga, Il
filo di Sogol, Passato Prossimo per Holz in my bed molle maggiore,
Diletti dopo il cantico, prima discesa, Mediterrante MarMade La
Sirène, La Gare 1991, Uma Kleine Operette. Le 22 gomitole della
signorina Richmond contengono, come istallazione l'ultimo lavoro:
58: la mère capovolta 58: le gambe di mia madre.
Fragment Science Tecnici del bianco
traduzioni dall’inglese e nota di Andrea Borsari
of dreamy blossoms,
morning warms
these few sounds,
why here?
di fiori sognanti
la mattina riscalda
questi pochi suoni,
perché qui?
critico letterario e traduttore, è autore di più di trenta
libri di poesia. I più recenti sono Motive and Opportunity
(Shearsman Books, U.K., 2020) e Liquid Prisoner (Lithic
Press, Fruita, Colorado, 2021). Nel 2014 ha pubblicato in
collaborazione con William Xerra Six White Mules / Sei
muli bianchi (edizioni del verri).
William Xerra, nato a Firenze nel 1937, vive e lavora tra
Piacenza e Ziano Piacentino. Tutta la sua opera si è svolta
tra il segno poetico e quello pittorico, anche quando
negli anni Settanta, tra happening, performance e video,
concepisce una serie di opere strettamente "concettuali".
Sarà poi il frammento in grado di significare i percorsi e
le memorie dell'esperienza quotidiana. Quando agli inizi
degli anni Ottanta Xerra ripensa alla pittura tutte queste
esperienze tornano nel quadro, inteso come luogo di raccolta
incessante di azioni, citazioni, appunti. Le sue
opere sono presenti in musei nazionali ed internazionali.
Eco/Echo
A cura di Carla Buranello
Eco/Echo raccoglie le poesie scelte dall’autore a partire da "Senses of Responsibility" del 1979 fino agli ultimi testi usciti quest’anno negli Stati Uniti in "Topsy-Turvy".
Ma non è un’antologia con testo a fronte. È un libro bifronte: da una parte i testi in inglese, dall’altra, capovolto il volume, le traduzioni curate dai poeti italiani che hanno collaborato con Bernstein nel segno di una poesia sperimentale e d’invenzione. Il volume accoglie inoltre un saggio di Bernstein sui rapporti tra poesia americana contemporanea e poesia italiana.
Per Bernstein la eco/echo-poetica è pensare alla scrittura come forma di ascolto verso una “risonanza non lineare di un motivo che rimbalza su un altro. Ancora di più, è la sensazione di allusione in assenza di allusione. In altre parole, l’eco che sto cercando – è lo stesso Bernstein a dircelo – è uno spazio vuoto: l’ombra di una fonte assente”.
Charles Bernstein (New York, 1950) poeta e saggista statunitense. Fondatore e redattore con B. Andrews della rivista «L=A=N=G=U=A=G=E» (1978-81) e esponente di punta dei Language poets. Ha insegnato alla State University of New York a Buffalo e alla University of Pennsylvania, dove è professore emerito in inglese e letteratura comparata. È co-fondatore e co-curatore, assieme ad Al Filreis, di PennSound (writing.upenn.edu/pennsound) e curatore e co-fondatore, con Loss Pequeño Glazier, di The Electronic Poetry Center (writing.upenn.edu/epc). Tra i libri più recenti: Topsy-Turvy (2021), Near/Miss (2018), Pitch of Poetry (2016), Recalculating (2013), Attack of the Difficult Poems: Essays and Inventions (2011), All the Whiskey in Heaven: Selected Poems (2010).
Sotto la traccia, frecce
Milli Graffi (Milano 1940-2020). Negli anni settanta partecipa ai maggiori festival europei di poesia sonora; tra le composizioni pubblicate: Salnitro, Farfalla ronzar, Tralci. Considera la poesia come un appassionato corpo a corpo col senso che scaturisce dalla manipolazione del linguaggio. Pubblica Mille graffi e venti poesie, introduzione di Guido Guglielmi, geiger 1979; Fragili film, Milano 1987; L'amore meccanico, anterem 1994, embargo voice, Bibliopolis 2006. Come critico militante studi su Balestrini, Spatola, Porta, Niccolai, Sanguineti, Tom Raworth, Beltrametti, Castaldi, Rosmarie Waldrop, Barbara Guest. Di Lewis Carroll traduce Alice nel paese delle meraviglie, Attraverso lo specchio, Garzanti 1989, e La caccia allo Snualo, Studio Tesi, 1985. Ha pubblicato un romanzo breve, Centimetri due, edizioni d'if, 2004. Dal 1996 nel comitato direttivo della rivista "il verri".
Organsa
Vincitrice XXXVII edizione del Premio Nazionale Narrativa Bergamo!
Un romanzo su un piccolo paese della Bassa poco fuori Parma. Un romanzo sul dopoguerra, saldamente centrato fra gli anni Cinquanta e Sessanta, su un’Italia dove accanto alle spinte verso cambiamenti radicali sopravvivono sentimenti e gerarchie cupamente egocentriche e odiosamente oppressive. Sfruttatori e sfruttati convivono nella stessa famiglia e chi si sfianca di fatica guadagna una miseria pur essendo nella graduatoria della parentela figlia di quei genitori che sono gli sfruttatori. Lo sguardo che narra, e che impara via via a riconoscere e a misurare la qualità e la quantità delle emozioni e delle aspirazioni in gioco, è quello implacabile di una bambina fra i sei e i dodici anni che tutto annota e soprattutto controlla
filtrando e passando al vaglio le prepotenze e gli assurdi cedimenti, che misura l’esattezza di quello che vede con l’esattezza di una dizione cristallina. Una dizione che sa rendere cristallino anche un dialetto ostico come il parmense e dintorni. La bambina è nell’ordine la terza generazione. Un’innocente va a frugare le profondità di un’avidità forse secolare, la scrittura che si vuole mantenere limpida mentre segna a dito la serie delle malvagità crea attese non prevedibili, e il noir aleggia sul romanzo come un incredibile interrogativo. Grande conferma dell’autenticità della visione infantile è l’episodio decisamente allarmane e che resta insoluto dell’abito color zabaione appeso alla corda nel cortile.
Nata a Parma, Mariangela Mianiti vive fra Milano e Locarno. Ex pianista, giornalista, scrittrice. Ha vinto i premi giornalistici “Cronista dell’anno” nel 2003 e “Maria Grazia Cutuli nel 2005. Per DeriveApprodi ha pubblicato Una notte da entraineuse. Lavori, consumi e affetti narrati da una reporter infiltrata (2005) e La vita Viagra (2010). Nel 2011 è uscito per Sonzogno il suo primo romanzo Anche il caviale stanca, commedia sociale dalle singolari coincidenze con la serie televisiva Un’altra vita, trasmessa su Raiuno nel 2014. Attualmente scrive per il quotidiano il manifesto su cui tiene la rubrica Habemus Corpus.
il miglioramento della mitteleuropa, romanzo
Traduzione e cura di Nicola Cipani
«Il romanzo principale dell’avanguardia viennese del dopoguerra», «il romanzo di formazione della seconda metà del secolo», «sicuramente fra le due dozzine di libri più importanti in lingua tedesca dal 1945», «un monumentale panottico... una partitura di strategie, trappole, insinuazioni sovversive... un libro barbaro... dalla costruzione vertiginosa».
Canonizzato dalla critica, livre de chevet di scrittori di punta, modello permanente di opera ribelle e autonoma, il miglioramento della mitteleuropa, romanzo è un libro più celebrato che compreso. Uscito a partire dal 1965 sulla rivista "manuskripte" e poi in volume nel 1969, il miglioramento è rimasto finora sconosciuto al pubblico non germanofono per le difficoltà che presentava la sua traduzione.
Autore di questo testo provocatorio e complesso era un giovane che si definiva «studente di una nuova anarchia», impiegato alla Austro Olivetti come esperto di cibernetica e già enfant terrible della cerchia di poeti sperimentali nota come "gruppo di Vienna".
Nel suo “, romanzo” si avvicendano le scritture più diverse, dal montaggio al frammento filosofico, dal segmento narrativo al saggio, dalla pièce teatrale alla metafinzione scientifica, dalla scrittura automatica alla parodia di diario. Attraverso questa indeterminatezza espressiva Wiener cerca uno spiraglio di libertà mentre si interroga ostinatamente sui limiti della coscienza.
Partendo da una critica radicale al linguaggio e da un confronto con Wittgenstein, il romanzo alterna spericolati tentativi di volo (straniamento, decomposizione della realtà) alla polemica «contro un mondo per lo più compiuto, armonioso, unanime, come quello che ci viene sbattuto in faccia ad ogni istante», per concludere con una clamorosa prefigurazione dell'odierna realtà virtuale. Il testo è accompagnato da un saggio del traduttore e da un ricco commento.
Oswald Wiener nasce a Vienna nel 1935. Dal 1954 al 1959 si dedica alla poesia sperimentale (è il più giovane della cerchia di autori nota come “Wiener Gruppe”). Nel 1962 inizia la stesura del suo lavoro più celebre, il miglioramento della mitteleuropa, romanzo, che appare a puntate sulla rivista “manuskripte”. All’uscita dell’edizione in volume presso Rowohlt (1969), Wiener lascia l’Austria da “nemico dello stato”, trasferendosi prima a Berlino Ovest e successivamente (1986) in Canada. Dai primi anni ’70 ad oggi si interessa soprattutto di psicologia del pensiero, di intelligenza artificiale e di epistemologia. Nel 2013 torna a vivere in Austria.
Mangio alberi e altre poesie
Figure del tempo sospeso
Chiaroscuro
L'esplosione
con sei illustrazioni di Nanni Balestrini
Postfazioni di Paolo Fabbri, Cecilia Bello Minciacchi, Milli Graffi
Inutile cercare in "Esplosione" ogni traccia retorica di tropi. Balestrini ha i suoi modi di mettere la poesia sulla punta del numero e del ritmo, cioè di prendere nuove misure della lingua. […] Un’intersezione semantica interna che può creare un’esplosione di senso, generando nuovi sinonimi e nuovi antonimi rispetto ai testi di partenza. […] Il dispositivo poetico brilla, come si dice di una mina, con una liberazione d’energia brusca e violenta… (dalla postfazione di Paolo Fabbri)
Nanni Balestrini negli anni ’60 è stato tra gli animatori della stagione della neoavanguardia, ha fatto parte dei poeti “Novissimi” e del “Gruppo 63”. È stato parte attiva delle riviste “il verri”, “Quindici” e “Alfabeta”. È uscita in tre volumi da DeriveApprodi la sua opera omnia di poesia.
Il sistema retorico
la bambina
Ribbelle
Bestie sulla scena
Nei disegni che accompagnano le prose non è presente la pur minima scivolata disneiana o di qualunque animalismo caramelloso. Gli animali sono fastidiosi insetti o bestie pericolose come Il mulo malo.
Working
Postfazione di Rodolfo Zucco
Un tempestar di corpi morti in trincea
con tutti quei tedeschi addosso
è la notte del 43 e là fuori c’è la guerra
i cieli narrano la gloria
del firmamento proclamano l’opera delle sue mani
non è racconto non è linguaggio non è voce
che possa essere intesa
zang tumb tumb
slam boom bomb tatatata splash
warum warum frak
ratata rat ta ratara tarata
ssssst
in trincea sotto il filo spinato
il passato è un sistema retorico
difficile uscirne pensava la ragazza
dal buio della pagina
Michelangelo Coviello è nato ad Agropoli (SA) il 7 febbraio 1950, vive a Milano. Ha recentemente pubblicato: Cuore d'asfalto (romanzo, 2000), Deejay (romanzo, 2005), News (racconti, 2006), Casting (poesie, 2008), Inferno 28 (romanzo, 2009), Pape Satan (romanzo, 2011), Mailing (poesie, 2013), Streaming (prose, 2015), La primavera fa ridere i polli (prose, 2017).
Infanta scienza
La sposa vestita
«A pranzo avanzato ero stanco di fotografare il vestito della sposa, impenetrabile. L’ho fotografata di spalle, per puro caso, mentre teneva la mano sinistra, adorna della fede nuziale, appoggiata sulla tovaglia, inerte, misteriosa, al punto da pensare che potevo toccarla, o addirittura, portarla via. Fu in quel momento che vidi il corpo della sposa muoversi sotto il vestito. Se l’avessi detto a Vale avrebbe fatto una risata da fare voltare tutti. Effettivamente come si fa a dire che sotto il vestito la sposa era nuda?».
Angelo Lumelli vive alla Ramata tra le colline del basso Piemonte, ai confini con l'Oltrepò, di fronte all'Appennino. Ha pubblicato: Cosa bella cosa (1977), Trattatello incostante (1980), Bambina teoria (1990), Seelenboulevard (1999), Per non essere l’acqua che amo (2008), bianco è l’istante (2015), Verso Hölderlin e Trakl (2017). Sta lavorando a: Nota lunga (saggi), Mappa senza strade (poesia), La vecchiaia del bambino Matteo (romanzo), La doppia faccia della pasta sfoglia (storie di paesaggi, di animali e di persone).